Improvvisazione teatrale: Cambiscena sul palco del Teatro nel Bosco
Quando un attore è davvero bravo, il pubblico non si accorge nemmeno del fatto che sta recitando. Sembra una frase scontata, buttata lì, ma la naturalezza e la capacità di mantenere dei tempi convincenti mantenendo alto il tono dello spettacolo è qualcosa di veramente complicato. Qualcosa a cui ogni attore tende in ogni momento, e che, in discipline specifiche del teatro, diventa una vera e propria anima, un tratto distintivo, una ragione dietro allo spettacolo. È il caso dell’improvvisazione teatrale.
Per quanto riguarda il Teatro nel Bosco del parco Etnografico di Rubano, l’improvvisazione teatrale la farà da padrona sabato 13 maggio, quando saliranno alla ribalta gli attori e le attrici della compagnia Cambiscena, impegnati nello spettacolo Freestyle. Fra varietà, creatività ed estemporaneità, Claudia Gafà, Marta Piccolo e Mattia Saggiante, sospinti dalle note di Marco Brugnerotto, intratterranno il pubblico per un’ora e mezza di una autentica esperienza che non si limita a proporsi, ma varca la quarta parete per coinvolgere direttamente il pubblico, seppure in modo discreto, e farlo entrare all’interno dello spettacolo.
Improvvisazione teatrale, fra l’antico e il moderno
Due parole per definire un’esperienza: improvvisazione teatrale
Un’esperienza non per gli attori, ma per il pubblico stesso. Bandito il copione, la bellezza dell’improvvisazione teatrale è proprio la possibilità di seguire una semplice traccia senza vincoli e senza confini, seguendo direttamente il proprio estro. E la cosa non riguarda, per una volta, solo gli attori: a loro spetta, chiaramente, la parte più difficile del compito, ma al pubblico resta lo stimolo di proporre, secondo l’estro di chiunque voglia intervenire, i suggerimenti che detteranno il passo dello spettacolo.
Gli imrprovvisatori e le improvvisatrici seguono infatti la guida del proprio estro, senza vincoli di spazio, di tempo o di forme, ricamando uno spettacolo in tempo reale, sul momento. Il loro compito è lasciare che le storie che di volta in volta inventano a partire da una parola chiave, di un’immagine o di un concetto proposto dallo stesso pubblico, si susseguano in un vortice narrativo capace di catturare lo spettatore.
Qual è il senso dell’improvvisazione teatrale?
Non tutti sanno che, in realtà, il teatro veneto più famoso si basava proprio su una forma di improvvisazione. Certo, questo è detto non senza una piccola semplificazione, nel senso che la Commedia dell’Arte, forma teatrale che andava per la maggiore in Italia fra il sedicesimo e il diciottesimo secolo, si basava non tanto su un copione rigido, in cui ogni singola battuta veniva specificata, ma su un “canovaccio”. Si trattava di una serie di indicazioni di base che delineavano la vicenda da rappresentare, su cui poi gli attori imbastivano le battute improvvisandole secondo la personalità del personaggio che interpretavano. Proprio Venezia fu il fulcro indiscusso della Commedia dell’Arte italiana, fino a quando Carlo Goldoni non modificò, con la sua genialità i parametri della commedia.
La modernità riscopre il teatro di improvvisazione solo con l’avvento dell’avanspettacolo, e attori immortali che normalmente non assoceremmo a questa disciplina, come Ettore Petrolini, Totò, Macario, Eduardo e Peppino De Filippo infarcivano di improvvisazione le loro commedie. Ancor più recentemente, sulla scorta di esperienze teatrali maturate soprattutto in Gran Bretagna o negli Stati Uniti, l’improvvisazione è stata ripresa anche dai teatranti italiani e negli ultimi anni è letteralmente esploso. La ragione di questo è la vocazione interattiva degli spettacoli di improvvisazione teatrale, capaci di immergere il pubblico all’interno della narrazione con una profondità e un coinvolgimento davvero unici.
Non perderti lo spettacolo di Cambiscena, sabato 13 maggio alle 21.30 al Teatro nel Bosco
L’ingresso è a offerta libera responsabile: ti aspettiamo a Storie nel Bosco.